Alta Form DiMa

Il percorso formativo di Assodima

Il rischio di disastri (naturali, antropici o indotti) è a un livello tale da porre l’Italia al primo posto tra i paesi sviluppati a maggiore probabilità di eventi disastrosi ed ha richiesto l’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile (SNPC), “……..sistema che esercita la funzione di protezione civile costituita dall'insieme delle competenze e delle attivita' volte a tutelare la vita, l'integrita' fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attivita' dell'uomo….”. L’esperienza ha più volte dimostrato come il perseguimento delle finalità di cui sopra può essere raggiunto solo attraverso un approccio sistemico alla complessità dei fattori coinvolti tale da non poter essere disgiunto da un approccio manageriale e di tipo “amministrativo” alla materia.

Il Disaster Management è la disciplina che si occupa prevalentemente delle problematiche connesse all'attività di pianificazione e gestione delle emergenze di Protezione Civile attraverso una visione amministrativa e non tecnica specialistica.

In un atto amministrativo del '96, infatti, il Dipartimento della Protezione Civile esplicitava la seguente dicitura: "…si precisa che con detta qualifica si è creato nell'ambito della Protezione Civile una figura in grado di svolgere funzioni di supporto alle competenti autorità locali in caso di emergenza, in grado di esaminare e predisporre piani di emergenza, svolgere attività di consulenza e orientamento nei confronti degli enti ed organizzazioni interessate".

Per definire oggi questa professione bisogna innanzitutto prendere in considerazione la recente norma tecnica UNI 11656 del 2016 che introduce nel sistema delle professioni non regolamentate quella del disaster manager e che rappresenta passo significativo, per molti aspetti storico, per il SNPC in quanto consentirà a migliaia di professionisti, sia in regime di libera attività, sia dipendenti della Pubblica Amministrazione, di vedere riconosciute e certificate le proprie competenze nel campo della protezione civile, anche in aggiunta ad altre qualifiche professionali ordinistiche già possedute.

La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale del Disaster Manager, ossia del professionista della protezione civile, e delinea tre livelli del profilo di Disaster Manager in funzione dei contesti organizzativi di diversa complessità e/o di attività nei quali opera.

La norma riporta i requisiti richiesti in relazione ai predetti livelli professionali specificati, a partire dai compiti e dalle attività del professionista, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualifications Framework - EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare e contribuire a rendere omogenei, per quanto possibile, i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.

Non possiamo poi non menzionale l’atto di indirizzo dell’ANCI a tutti i comuni di Italia del 31 ottobre 2019  dove si invita ad utilizzare il personale con incarichi di coordinamento nella protezione civile tenendo presente la normativa tecnica 11656 /2016 dell’UNI.

L’articolazione e lo sviluppo della professione dipendono in via principale dalla tipologia di organizzazione per quale il  Disaster  Manager presta la sua opera e dalla complessità di gestione  degli  eventi  catastrofici.  Il  tipo  di  attività,  il  personale  impiegato,  le  risorse economiche  e  la  dimensione  territoriale  influiscono  sulle  necessità  dell’organizzazione  e, quindi, sul ruolo affidato al Disaster Manager.

Pertanto, in relazione ai compiti e alla responsabilità, la norma tecnica individua in ordine crescente i seguenti livelli professionali con le conseguenti caratteristiche:

 

 

Disaster Manager di I livello

Contribuire all’attività manageriale e di coordinamento per l’applicazione delle conoscenze in materia di previsione, in coerenza con la normativa applicabile.

Assicurare la gestione di una specifica funzione dell’organizzazione nell’ambito dell’attività di previsione.

Partecipare alla programmazione, con ruolo manageriale e di coordinamento, delle opere strutturali di prevenzione finalizzate alla riduzione e mitigazione dei rischi, sulla base dei progetti e dei pareri dei tecnici professionisti competenti.

Contribuire  all’attività  manageriale  e  di  coordinamento  per  la  realizzazione  di  piani  di protezione civile

Gestire specifiche attività connesse alla preparazione, gestione e valutazione di esercitazioni di protezione civile.

Coordinare, dal punto di vista manageriale, specifiche funzioni nell’ambito di emergenze di protezione civile.

Curare le attività propedeutiche alle dichiarazioni di stato di emergenza.

Partecipare alle attività necessarie a rimuovere gli ostacoli al ripristino delle condizioni di normalità.

 

AREA COGNITIVA

Analisi

Leggere e decodificare  le  informazioni  date  in  forma  scritta  e/o  verbale,  ricercando attivamente elementi utili ad approfondire e scomporre i problemi affrontati.

Sintesi

Riorganizzare elementi  di  un  problema,  evidenziando  le  parti  importanti  e  individuando rapporti di causa-effetto, prima di impostare un’azione o fornire una risposta.

Apertura al nuovo

Interesse e curiosità constanti nell’acquisire nuove conoscenze al fine di promuovere la crescita del proprio bagaglio di saperi ed esperienze, anche non strettamente legate alla propria attività lavorativa.

 

AREA REALIZZATIVA

Iniziativa

Predisposizione ad agire autonomamente, senza stimoli esterni e senza pressioni, anche allo scopo di migliorare o perfezionare i risultati o di evitare/anticipare i problemi.

Accuratezza 

Inclinazione a produrre  risultati  di  qualità  in  termini  di  dettagli  e  precisione,  curando  i particolari e non limitandosi alla sola esecuzione del compito assegnato.

Energia

Passione e dinamismo  nelle  attività  svolte,  impegno  con  costanza  nei  compiti  assegnati trasmettendo entusiasmo all’interlocutore.

Orientamento al risultato

Ottenere risultati apprezzabili focalizzando le proprie energie al superamento di difficoltà crescenti a fronte di standard.     

 

AREA SOCIALE

Comunicazione efficace

Spiegare,   descrivere   qualcosa   ad   altri   attraverso   una   presentazione   o   un   discorso, condividendo efficacemente le informazioni e i dati all’interno del gruppo di lavoro.

Supporto

Fornire il proprio aiuto agli altri anche senza una richiesta esplicita, mostrando altruismo e agendo senza secondi fini nelle situazioni sociali.

Collaborazione

Lavorare efficacemente con colleghi e in gruppo, con clienti interni/esterni, integrando i diversi ruoli per il raggiungimento degli obiettivi comuni.

 

AREA EMOTIVA

Autostima

Valutazione positiva delle proprie capacità prese nel loro insieme e comprensione del proprio valore all’interno di un gruppo e/o di una funzione organizzativa.

Stabilità emotiva

Sapersi riprendere da sconfitte e insuccessi; modalità di gestione delle proprie emozioni e controllo degli impulsi in situazioni difficili.

Consapevolezza di sé

Conoscenza dei propri limiti e dei propri punti di forza, del modo di reagire di fronte alle situazioni e delle proprie necessità.

 

 

La normativa stabilisce che Il Disaster Manager fa propri e si riconosce nei fondamentali princìpi costituzionali di libertà, eguaglianza, solidarietà e democrazia. In particolare il Disaster Manager si riconosce nei princìpi costituzionali di salvaguardia della salute e dell'ambiente ed opera per la tutela ed integrità del territorio, anche con azione di prevenzione e mitigazione dei rischi, siano essi naturali o indotti da intervento antropico.

Il Disaster Manager è personalmente responsabile della propria opera sia nei riguardi della committenza sia nei riguardi della collettività in conformità con la normativa applicabile.

I fondamentali princìpi deontologici consistono in:

  • diligenza;
  • competenza professionale;
  • efficienza ed efficacia della prestazione professionale;
  • formazione professionale; autonomia ed obiettività professionale;
  • decoro professionale;
  • correttezza nei rapporti di committenza e nei rapporti di colleganza;
  • correttezza nei rapporti con le varie componenti della società;
  • riservatezza,  osservanza  dell'obbligo  di  segretezza  e  rispetto  della  normativa  sulla privacy;
  • esaustività informativa;
  • sostegno delle iniziative sociali delle professioni intellettuali.

Ove investito di incarichi o di cariche pubbliche, anche connesse alla sua specificità professionale, previa verifica di compatibilità, il Disaster Manager deve agire nell’osservanza dei fini istituzionali  dell'Ente o organo pubblico e dei princìpi  di  imparzialità,  disinteresse privato, efficienza e trasparenza.

Fatto salvo quanto previsto dalle specifiche disposizioni di legge in tema di aggiornamento professionale, il Disaster Manager deve curare, perfezionare e aggiornare costantemente la propria preparazione professionale, anche attraverso la partecipazione a corsi di formazione ed aggiornamento che rilascino certificazioni o attestati, nonché ad iniziative culturali, tecnico-culturali e tecnico-scientifiche, di livello nazionale e regionale, europeo ed internazionale.

Il Disaster Manager non deve proporsi per incarichi per i quali non è in possesso delle competenze necessarie all’adeguato svolgimento degli incarichi stessi.

È dovere del Disaster Manager evitare situazioni di incompatibilità e pertanto deve evitare in via preventiva di assumere incarichi professionali soggetti a riserve di legge, ivi inclusi gli incarichi per le professioni ordinistiche, che determinino tali condizioni.

Il percorso formativo di un Disaster Manager non può, comunque, prescindere  dal comprendere anche tutte le altre discipline del settore programmazione e pianificazione (l’informatica per le banche dati, tecniche di tutela dei beni culturali, etc.).

In altre parole, la specializzazione del Disaster Manager è caratterizzata dalla capacità di coordinare più soggetti afferenti a più ambiti disciplinari per il perseguimento di obiettivi di progetto, che possono essere da un lato legati alle attività di pianificazione o di gestione delle politiche, oppure, dall’altro, legati a situazioni dinamiche, come la gestione delle emergenze. La parola ermeneutica ben sta però a significare che i DiMa devono conoscere soprattutto i linguaggi delle discipline che intervengono. E’ imprescindibile, ad esempio, che un Disaster Manager sappia leggere e comprendere una relazione geologica, (non certo che la sappia realizzare), che sappia leggere e comprendere i bollettini meteo e correlarli con l’impatto al suolo.

In altre parole, il Disaster Manager si dev e spec ializ z are nell’int erdisc iplinariet à .

Tutte le discipline che intervengono, dunque, sono connesse al territorio e ai rapporti sociali. Entrambi i sistemi sono, però, costantemente in evoluzione; ne consegue che la formazione deve essere sempre aggiornata. Sembra più opportuno quindi pensare alla formazione come “percorso formativo”, sommatoria di corsi didattici ed esperienze guidate.

Il percorso, che qui viene proposto, risulta essere qualificato CEPAS e si pone sul piano nazionale come una proposta non solo unica e originale, ma soprattutto formulata attraverso una visione d'insieme capace di rispondere in pieno alle diverse e molteplici sfaccettature su cui si articola la figura del disaster manager. In altre parole con questa proposta Assodima rafforza il proprio posizionamento strategico all'interno del panorama dei soggetti di settore (associazioni professionali) con una architettura di proposta didattica di grande qualità.

1.1   Riconoscimenti

Il presente progetto didattico ha ottenuto, nel 2015, il Premio “Adriano Olivetti” dell’AIF quale miglior progetto didattico nell’area “Sicurezza individuale e organizzativa”. Il presente progetto è, inoltre, iscritto al n. 134 del Registro dei corsi qualificati CEPAS.

1.2   Comitato scientifico

Baturi Vito, Berardi Federico, Corazza Angelo, De Rosa Nicola, Ferraris Dante Paolo, Galanti Elvezio, Galliano Donatella,  Leonardi  Marco, Martini Giovanna, Masetti Paolo,  Pasargiklian Franco, Ranzato Luigi, Tonellato Roberto, Fontanelli Katia, Zizi Marinella, Valeri Paola, Ratini Stefania, Verrusio Patrizia, Achille Sergio.

2.  Destinatari ed esigenze

2.1    Chi sono i destinatari

I destinatari di questo progetto formativo sono gli iscritti regolarmente all’Associazione   Nazionale Disaster Manager, i tecnici del settore e i referenti di organizzazioni di volontariato di protezione civile.

2.2  Requisiti richiesti

Per poter procedere all’iscrizione al corso sono necessari:

  • Essere regolarmente iscritti all’Associazione Nazionale Disaster Manager
  • Maggiore età
  • Diploma di scuola superiore di secondo grado

3.Obiettivi del progetto didattico

Questo progetto ha come obiettivo principale la formazione di personale già inserito, a varo titolo, nel mondo della protezione civile e iscritti all’Associazione Nazionale Disaster Manager. I corsisti, nell’ambito del percorso formativo, dovranno acquisire una adeguata conoscenza dei rischi e dei relativi scenari generali di rischio e delle metodologie utilizzate per gestire le differenti situazioni d’emergenza che possano verificarsi sul territorio. Un’attenzione particolare sarà riservata all’acquisizione delle capacità di coordinamento e di pianificazione, attraverso il management delle risorse che il sistema della protezione civile mette a disposizione e dello sviluppo delle soft skill richieste.

3.1    Obiettivi Generali
  • Conoscere il percorso storico, sociale e normativo della protezione civile italiana;
  • Conoscere in modo approfondito le  situazioni di potenziale  emergenza legate  alle differenti tipologie di rischio;
  • Accrescere le conoscenze specifiche relative alle differenti modalità d’intervento, soprattutto in relazione alla capacità di distinguere ed esercitare un ruolo nelle varie fasi dell’emergenza;
  • Sviluppare capacità tecniche, umane e di lavoro in gruppo;
  • sviluppo delle soft skill indicate nella normativa tecnica UNI 11656/2016
  • Apprendere  metodologie  e  tecniche  utili  a  riconoscere  i  rischi  e  affrontare  le emergenze;
  • Acquisire conoscenze utili per un’efficace attività di pianificazione.
3.2    Obiettivi specifici
  • Conoscere gli aspetti legislativi e normativi in materia di protezione civile;
  • Sviluppare  le  conoscenze  circa  i  ruoli,  le  attività  e  le  funzioni  del  sistema  della protezione civile;
  • Approfondire      le    conoscenze      sul    funzionamento       della     struttura      organizzativa dell’emergenza;
  • Conoscere l’organizzazione della protezione civile italiana ed estera,
  • Comprendere le varie tipologie di rischio e le procedure, le modalità di intervento e le relative misure di previsione e prevenzione;
  • Divenire autonomi nel gestire i diversi aspetti delle varie emergenze;
  • Gestire i processi di coordinamento in modo creativo (insight), sapendo efficacemente definire le risorse ed i diversi soggetti da coinvolgere nelle operazioni 
  • Saper attuare interventi urgenti in caso di evento o di potenziale verificarsi  dello stesso;
  • Saper coordinare le diverse figure che operano in caso di emergenza;
  • Conoscere gli aspetti psicologico-sociali nella gestione dell’emergenza;
  • Saper gestire e coordinare le diverse fasi di un’emergenza;
  • Saper gestire la comunicazione in emergenza;
  • Acquisire gli strumenti per identificare ed elaborare scenari di pericolosità, vulnerabilità e rischio;
  • Acquisire gli strumenti per rappresentare il rischio con metodi cartografici;
  • Acquisire gli strumenti per la redazione, l’applicazione e la gestione dei piani di emergenza;
  • Conoscere e saper applicare gli aspetti metodologici ed organizzativi riferiti all’attivazione dei piani di emergenza (saper verificare il piano in termini tecnici ed organizzativi, saper revisionare il piano…).
4.   Contenuti didattici  4.1  Il per-corso didattico

Il presente Corso formativo si articola in 3 livelli che riflettono la declinazione prevista nella Norma Tecnica UNI 11656/2016. E’ evidente che colui che vuole intraprendere il processo di formazione professionale può decidere, in base alle proprie esigenze (o meglio in base al tipo di apprendimento formale, non formale e informale di cui è in possesso) quale tipo di sub- corso preferire. La natura dinamica di questa proposta didattica si inserisce nel contesto dell’offerta formativa di settore come uno strumento unico e originale. La “professionalizzazione” a cui si tende non si ottiene, come spesso avviene, attraverso uno spurio corso, ma con il coinvolgimento dell’aspirante disaster manager in un percorso di crescita graduale, guidato e finalizzato a una progressiva acquisizione di conoscenze, abilità e competenze.

L’elaborazione dei contenuti del percorso è stata curata con particolare attenzione in modo da perseguire alcuni obiettivi che rendono questo prodotto didattico unico. In particolare va sottolineato come l’articolazione del programma didattico:

  • Sia perfettamente allineato con quanto riportato nel Prospetto A.4 (Elementi di conoscenza tecnica-professionale del Disaster Manager) di cui alla Norma Tecnica UNI 11656/2016;
  • Sulla base dell’esperienza maturata da Assodima, sia per quanto riguarda competenze tecnico-operative che nel campo della formazione, risulta implementato con alcune discipline ritenute utili al completamento della formazione del professionista;
  • In base a quanto riportato in Appendice A della Norma Tecnica Uni 11656/2016 (Livelli di conoscenza, abilità e competenza del Disaster manager), la ripartizione delle discipline viene inquadrata in due macro-aree principali (risk management e disaster management) proprio a sottolineare la sfera contestuale in cui il professionista andrà ad operare;
  • Prevede, all’interno dei tre diversi moduli, la partecipazione a stage didattici in cui i partecipanti si confrontano con attività esercitative, studio di casi e simulazioni.
  • Per facilitare l’apprendimento e per favorire uno stimolante confronto sono previste sessioni dedicate ad incontri frontali in videoconferenza  Gli incontri saranno tenuti dagli “esperti d’area” per meglio focalizzare aspetti e contenuti relativi alle singole discipline.

Articolazione didattica dei corsi

Il corso di primo livello è così articolato:

Area Risk Management 

  1. a.      Inquadramento generale

    i.         Storia ed Evoluzione del Sistema Nazionale delle Protezione Civile (S. Achille)  

    ii.          La figura del Disaster Manager (S. Achille)  

     iii.          Normativa in materia di protezione civile in Italia (M.Zizi) 

 I rischi in Italia  

 i.     Classificazione dei rischi (Leone)

ii.     Rischio idrogeologico (A. Corazza)

  iii.     Rischio idraulico (P. Bertuccioli)

  iv.     Rischio sismico (S. Castenetto)

  v.  Rischio vulcanico (B. Behncke)

  vi.     Rischio incendi boschivi e di interfaccia (M. Zizi)

   vii.     Rischio sanitario (M. Leonardi)

 viii.     Rischio ambientale (R. Pizzi)

 ix.     Rischi trasporti e sostanze pericolose (F. Geri)

  x.     Rischio industriale (F. Geri)

   xi.     Rischio NBCR (Geri)

  xii.            Rischio costiero e marino (G. Cassone)

  xiii.     Tutela dei BBCC (Mercuri)  

 xiv.     Il rischio nucleare in Italia (F. Chiaravalli)

xv.     La mitigazione del rischio idrogeologico e idraulico (A. Corazza)

  xvi. La mitigazione del rischio sismico attraverso la pianificazione urbanistica   e di     emergenza (S. Castenetto)

 xvii.  Elementi di meteorologia (F. Thiery)

 xviii. I cambiamenti climatici (S. Giacomin)

 

  1. c.       La pianificazione d’emergenza

   i.          Pianificazione di protezione civile (A. Scarpati) 

 ii.          Cartografia, sistemi di telerilevamento e rilevamento del danno (F. Berardi)

   iii.          Assistenza ai diversamente abili (P. Masetti)

   iv.          Telecomunicazioni in emergenza

  v.          La pianificazione AIB (M. Girola) 

Area Disaster Management  

  1. d.      La gestione dell’emergenza

  i.          Il ruolo del Sindaco nelle attività di protezione civile (P. Manuele)

  ii.          Assistenza alla popolazione (D. Ferraris)

   iii.          Sicurezza individuale (De Rosa)

 

  1. e.      Gli aspetti sociali e la comunicazione

 i.              Aspetti sociologici: la cultura dell’emergenza e l’accettabilità del rischio(Salpietro)

   ii.               Comunicazione interna alle strutture di protezione civile (D. Ferraris)

   iii.            Metodologie avanzate per la comunicazione in situazione di crisi e la comunicazione istituzionale in emergenza (C. Donnely)

Il primo livello comprende inoltre: 

 2 STAGE in presenza a Genzano di Roma    ( arrivo entro le 13.00 , inizio sabato dal primo  pomeriggio, cena , attività dopo cena, colazione, attività domenica mattina fino alle 13.00 partenza);   

3 Lezioni di approfondimento in videoconferenza

  Il modulo di secondo livello è così articolato:

 

  • Area Risk Management
  1. a.      La pianificazione d’emergenza
    1. Modello d’intervento e livelli di coordinamento (S.Achille)
    2. Tecniche di valutazione dei rischi (S.Castanetto)
    3. Banche dati e sistematizzazione delle informazioni (Paolo Di Giacomo)
    4. L’attività di censimento dei danni (Mercuri)
    5. Logistica dell’emergenza (R. Morra)
    6. Volontariato: organizzazione e gestione (D. Ferraris)
    7. Aspetti contabili e amministrativi dell’emergenza (Crogi)
    8. Centri di coordinamento della Protezione civile (L. Ciarleglio)
    9. Servizi essenziali (R. Oreficini Rosi)
    10. Ricognizione dei danni e procedure per la richiesta dello stato d’emergenza (Corazza)
    11. Organizzazione dell’assistenza socio sanitaria (Leonardi)
    12. b.      La continuità e gli aspetti di vulnerabilità umana
      1. Business continuity management (F. Geri)
      2. Standard di qualità e   norme tecniche volontarie applicabili   al  disaster management (R. Pizzi)
xiv.   Il project management (S. Ratini )

Il secondo livello comprende inoltre: 

2 STAGE in presenza a Genzano di Roma ( arrivo entro le 13.00 , inizio sabato dal primo  pomeriggio, cena , attività dopo cena, colazione, attività domenica mattina fino alle 13.00 partenza);

3 Lezioni di approfondimento in videoconferenza. 

Il modulo di terzo livello è così articolato:

 

  • Area Risk Management
  1. a.      Area Managerial culture
    1. Aspetti psicologici e di salute mentale nella gestione dell’emergenza (Ranzato-Galliano)
    2. Team Building e la leadership (Ratini)
    3. b.      Managerial activities
      1. Meccanismo Europeo e emergenze internazionali ( Borzetti)
      2. Progettare, gestire e valutare un’esercitazione di protezione civile (Pizzi)
      3. PDNA - Post Disaster Needs Assessment: la valutazione dei bisogno a seguito di un disastro (Mellucci)
      4. Definire e analizzare i disastri (Lucini)
      5. Aspetti legali connessi ai livelli di responsabilità (P. Verrusio)
      6. Il servizio pubblico e lo o stato di diritto (G.Martini)
      7. Elementi di diritto amministrativo (Barone)
c.       Constitutional right

Il terzo livello comprende inoltre 4 STAGE in presenza a Genzano di Roma ( arrivo entro le 13.00 , inizio sabato dal primo  pomeriggio, cena , attività dopo cena, colazione, attività domenica mattina fino alle 13.00 partenza)

  1. 1.  Struttura del corso

1.1    Inquadramento generale del percorso

Il percorso per Disaster Management è strutturato in 3 sub-corsi principali detti di 1°, 2° e 3° livello, perfettamente coerenti con quanto previsto dalla Norma Tecnica UNI 11656 del 2016 che individua la figura del disaster manager secondo tre livelli fondamentali. L’iscrizione ai corsi è libera e non esiste propedeuticità fra gli stessi.

 

1.2    Durata

Corso di primo livello mesi 9

Corso di secondo livello mesi 7 Corso di terzo livello mesi 7

 

1.3     La gestione del l ’at tivi tà di dat t ica

L’attività e-learning viene realizzata su una piattaforma informatica accessibile attraverso l’Area riservata presente sul sito www.associazionenazionaledisastermanager.it a cui ogni socio iscritto avrà accesso riservato. Il corso è organizzato in una modalità estremamente facile ed accessibile. I moduli, relativi ad ogni area tematica di ogni singolo corso, verranno aperti in successione. Al termine di ogni area tematica è prevista una sessione di verifica che avverrà attraverso test. Lo studio di ogni singola disciplina all’interno del modulo potrà essere seguito liberamente e sarà fruibile attraverso file pdf, ppt, mp3 e mp4. Una volta sostenute tutte le sessioni di verifica il corsista potrà accedere alla prova di test di esame dove riceverà una valutazione/parere sulla sostenibilità dell’esame finale successivamente e a prescindere dal parere ricevuto, potrà iscriversi all’esame finale. Per facilitare l’apprendimento e per favorire uno stimolante confronto sono previste sessioni (una per ogni macroarea) dedicate ad incontri frontali in videoconferenza che verranno stabilite da apposito calendario. Gli incontri saranno tenuti dagli “esperti d’area” per meglio focalizzare aspetti e contenuti relativi alle singole discipline.

 

1.4    Aula virtuale

I partecipanti al corso potranno confrontarsi in uno spazio virtuale loro dedicato consultabile all’interno di ogni area didattica (blog).

2.    Attori del processo formativo

2.1    Docente/esperto dei contenuti

I docenti sono esperti dei contenuti nelle rispettive discipline di competenza. L'Associazione Nazionale Disaster Manager garantisce l'impiego di docenti competenti nelle discipline previste, scelti fra docenti universitari, funzionari della pubblica amministrazione, liberi professionisti e operatori del settore per un totale di 42 docenti e 1 coordinatore didattico.

I docenti si occuperanno di:

  • fornire materiali didattici e contenuti riguardanti la propria disciplina sia per le lezioni in presenza sia per i moduli didattici on-line (testo ed eventuali video lezioni);
  • tenere una lezione di approfondimento/esercitazione in presenza inerente la propria materia di competenza;
  • collaborare con il coordinatore didattico per rispondere a richieste e chiarimenti da parte dei discenti sui contenuti e i materiali didattici;
  • collaborare con il coordinatore didattico per la costruzione di strumenti di verifica e per la valutazione dei discenti rispetto alla propria disciplina (test automatici, questionari, elaborati, esercitazioni).

 

2.2      Il Coordinatore didattico

Il coordinatore didattico cura il processo di erogazione dei contenuti formativi e quello di apprendimento attraverso varie tipologie  di attività, volte  tutte a fornire un supporto per permettere la migliore comprensione dei contenuti e delle materie.

Questa figura svolge i seguenti compiti:

  • gestire e monitorare in accordo con i docenti il percorso d'apprendimento attraverso incontri ed esercitazioni, correzione di progetti ed elaborati, controllo dei sistemi automatici tipo test ecc.;
  • rispondere ai quesiti e alle richieste di chiarimento (chat, forum, e-mail), al fine di facilitare la comprensione dei contenuti da parte dei discenti;
  • propone eventuali aggiornamenti dei materiali didattici e dei contenuti osservando le esigenze formative dei discenti lungo il percorso di apprendimento;
  • ivaluta i discenti (con l'aiuto dei docenti esperti) durante il percorso e al termine dello stesso.

 

3.Metodologia e Strumenti

Le metodologie di formazione a distanza (e-learning) atte a migliorare l'efficienza e l'efficacia della formazione non devono essere viste come alternativa alla metodologia tradizionale, ma piuttosto come uno strumento che da valore aggiunto all'attività formativa. In quest’ottica si propone un sistema formativo di e-learning blended, per il quale l'intervento formativo in aula resta fondamentale. Di seguito saranno descritti la metodologia e gli strumenti scelti per la formazione e-learning (piattaforma multimediale) e per la formazione in presenza (incontri ed esercitazioni).

 

3.1    La piattaforma multimediale

L’apprendimento a distanza on-line risulta essere uno strumento che risponde alle esigenze di flessibilità, annullando i vincoli di spazio e tempo in quanto in qualunque momento e in qualsiasi luogo, mediante un PC, è possibile partecipare attivamente al processo di apprendimento. In quest’ottica, lo strumento della piattaforma multimediale risulta indispensabile all’offerta formativa che l’Assodima. E bene, tuttavia, ricordare che l'utilizzo della piattaforma on-line non consiste solo nella mera diffusione in rete di materiale, ma anche e soprattutto nel rendere disponibile, per l'utente e il gruppo di lavoro (la  classe virtuale) un complessa rete di servizi in un processo interattivo e multimediale in cui l'utente partecipa attivamente.

L’utilizzo della piattaforma, attraverso la fruizione dei contenuti multimediali, consente di:

  • Rendere accessibile i contenuti dell’intervento formativo a tutti i partecipanti del territorio nazionale;
  • Promuovere la comunicazione e l’interazione tra docenti e discenti, attraverso diversi canali, quali sessioni live, servizio e-mail, forum e chat;
  • Interagire con i materiali (esercitazioni con feedback, simulazioni di casi di studio);
  • Predisporre strumenti di valutazione e autovalutazione, sia del singolo discente sia dell’intera classe virtuale, elementi importanti e decisivi nello svolgimento del processo formativo;
  • Monitorare continuamente l’efficacia, l’efficienza e la qualità del processo formativo;
  • Creare una conoscenza condivisa su temi specifici che interessano diverse competenze.

 

7.2       Incontri face to face ed esercitazioni pratiche (STAGE)

In ogni modulo sono previsti una serie di incontri frontali tra i discenti e i docenti d’area per attività esercitative e d’approfondimento. Tali stage sono organizzati a Genzano di Roma, presso una struttura residenziale, in cui i partecipanti verranno inseriti in contesti esperienziali relativi alle principali macro aree. Per la partecipazione a ogni stage saranno assegnati agli studenti n. 5 crediti che andranno a completare il punteggio finale dell’esame.

 

7.2       Valutazione dell’apprendimento

La valutazione dell'apprendimento sarà una “valutazione formativa“, ovvero che si estende lungo tutto il percorso didattico nell’intento di far emergere problemi o situazioni critiche per il miglioramento in itinere del processo.

La valutazione comprenderà strumenti di verifica off-line e on-line: dal tracciamento ai test automatici e questionari, fino a comprendere percorsi, esercitazioni e progetti che coinvolgano attivamente lo studente all’interno di una comunità di apprendimento.

Tali   risorse,   improntate   sull’attivazione   dello   studente   in   contesti   reali   o   simulati   e sull’interazione e la collaborazione del soggetto con altri attori all’interno della comunità di apprendimento,  tendono  a  integrare  il  momento  dell’apprendimento  con  quello  della valutazione coinvolgendo lo studente in esperienze che favoriscano entrambi questi processi.  In particolare saranno utilizzati:

Per il monitoraggio in itinere on-line e off-line: tracciamento e analisi quantitativa; feedback dei partecipanti;

Per la valutazione on-line: test automatici; esercitazioni individuali; esercitazioni collaborative (progetto wiki);

Per la valutazione off-line: esercitazioni di gruppo; questionari; elaborato finale; colloquio orale; giudizio complessivo dei referenti di area.

 

7.3       Esame finale

L’esame finale è tenuto da apposite commissioni e si svolgeranno attraverso un test scritto  ed un colloquio orale. Per il primo livello è prevista inoltre la presentazione e discussione di una tesina  mentre per il terzo livello

Mentre al termine del corso  di Terzo Livello è previsto un esame concernente  la discussione di un elaborato prodotto dal candidato .

 

8.         Valutazione efficacia ed efficienza del corso

Un progetto formativo in modalità e-learning deve essere attentamente monitorato e valutato durante tutte le fasi del processo. In particolare nella fase di erogazione si richiedono una puntuale attività di coordinamento e un’azione scrupolosa di verifica del raggiungimento degli obiettivi e di monitoraggio.

In questo senso saranno previsti (valutazione ex-ante) un questionario di orientamento iniziale che servirà a testare il grado di eterogeneità/omogeneità e la specificità delle conoscenze già possedute dai partecipanti al corso. Allo stesso tempo il questionario permetterà ai discenti di esprimere le proprie aspettative rispetto al corso e agli obiettivi che esso si pone. Queste informazioni iniziali saranno prese in considerazione inizialmente e durante tutta la durata del corso (valutazione in itinere) attraverso i momenti di discussione e dibattito, in modo da poter intraprendere il percorso più adatto alle esigenze dei partecipanti.

Al termine del corso (valutazione ex-post) sarà fornito ai partecipanti un questionario di gradimento del corso per avere un’ informazione diretta del giudizio dei partecipanti rispetto a diversi elementi di valutazione del corso

 

9.         Frequenza e attestato

Alla conclusione dei tre diversi Moduli e dopo aver superato le diverse prove di verifica è un attestato di fine corso (Diploma in Disaster Management).

Diventa un DIMA

Disaster Manager di II livello

Garantire l’attività manageriale e di coordinamento per l’applicazione delle conoscenze in materia di previsione in coerenza con la normativa applicabile.

Coordinare la gestione di una o più funzioni dell’organizzazione nell’ambito dell’attività di previsione dei rischi.

Sovrintendere alla programmazione, con ruolo manageriale e di coordinamento, delle opere strutturali di prevenzione finalizzate alla riduzione e mitigazione dei rischi, sulla base dei progetti e dei pareri dei tecnici professionisti competenti.

Coordinare la realizzazione di piani di protezione civile.

Sovrintendere alla preparazione, gestione e valutazione di esercitazioni di protezione civile. Presidiare, dal punto di vista manageriale, specifiche funzioni nell’ambito di emergenze di protezione civile.

Sovrintendere alle attività propedeutiche alle dichiarazioni di stato di emergenza. Sovrintendere alle attività necessarie a rimuovere gli ostacoli al ripristino delle condizioni di normalità.

 

AREA COGNITIVA

Problem solving

Fornire possibili alternative di soluzione a un problema, stimandone l’implicazione sui risultati attesi. Tendenza a fornire soluzioni concrete che ottimizzino le attività in risposta ai vincoli presenti.

Decision makin

Processi che portano a valutare tutti i pro e contro delle possibili alternative considerate, scegliendo quella più efficace alla soluzione di un problema o all’impostazione di un’azione.

Flessibilità

 

adattamento a situazioni differenti e a cambiamenti di contesto, mostrando interesse per il confronto con idee diverse dalla propria e disponibilità riorganizzare il proprio pensiero sulla base di nuove informazioni.

 

AREA REALIZZATIVA

Concretezza

Rendere operativi piani e progetti calando azioni e soluzioni nella pratica ed evidenziando gli elementi accessori che accrescono i tempi complessivi di esecuzione.

 V isione d’insie me

Tendenza a operare facendo confluire i vari contributi in modo armonioso in ottica d’insieme e salvaguardando il senso estetico.

Perseveranza

Messa in atto di comportamenti orientati al mantenimento dell’impegno per conseguire gli obiettivi personali e di gruppo, non arretrando di fronte alle difficoltà.

Pianificazione

Gettare le basi per una corretta programmazione delle attività necessarie al raggiungimento degli obiettivi, stabilendo le adeguate priorità in funzione di urgenza e importanza delle azioni.

 

AREA SOCIALE

Persuasione

Capacità comunicativa rivolta a influenzare gli altri della correttezza e positività delle proprie posizioni e delle proprie opinioni.

Orientamento

Capacità di porsi come figura di riferimento per accompagnare gli altri verso la crescita professionale, aiutandoli ad acquisire fiducia in loro stessi e dimostrando l’interesse per il benessere dei collaboratori e per il clima di gruppo.

Coinvolgimento

Comportamenti orientati a stimolare negli altri  l’interesse e motivare verso una specifica attività o obiettivo da perseguire abbattendo eventuali resistenze e difficoltà.

 

AREA EMOTIVA

Autoefficacia

Convinzione circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le azioni necessarie per produrre determinati risultati, dimostrando di essere all’altezza della situazione.

Proattività

Reagire agli eventi in modo consapevole e responsabile non lasciandosi condizionare dalle circostanze ambientali esterne e dimostrando un atteggiamento misurato e positivo.

Empatia

Comprendere appieno lo stato d'animo altrui, sia in momenti di gioia sia di difficoltà, arrivando a sentire dentro di sé le emozioni altrui.

 

 

 

Disaster Manager di III livello

Governare l’attività manageriale e di coordinamento per l’applicazione delle conoscenze in materia di previsione, in coerenza con la normativa applicabile.

Indirizzare la gestione dell’organizzazione nell’ambito dell’attività di previsione.

Sovrintendere alla programmazione, con ruolo manageriale e di coordinamento, delle opere strutturali di prevenzione finalizzate alla riduzione e mitigazione dei rischi, sulla base dei progetti e dei pareri dei tecnici professionisti competenti.

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                              

Dirigere la realizzazione di piani di protezione civile.

Fornire direttive per la preparazione, gestione e valutazione di esercitazioni di protezione civile.

Governare dal punto di vista manageriale, specifiche funzioni nell’ambito di emergenze di protezione civile.

Delineare strategie per le attività propedeutiche alle dichiarazioni di stato di emergenza. Fornire direttive per le attività necessarie a rimuovere gli ostacoli al ripristino delle condizioni di normalità.

 

AREA COGNITIVA

Visione strategica

Risoluzione delle situazioni rapportando le conseguenze delle azioni in una catena di cause ed effetti, funzionali allo sviluppo nel medio periodo delle attività e del business.

Pensiero critico

Creare nuovi modelli astratti e teorie che possano spiegare fenomeni complessi, riconciliando informazioni discrepanti o non evidenti agli altri, in virtù dell’esperienza acquisita.

Innovazione

Tendenza a formulare molte risposte a uno stesso problema e a concepire soluzioni originali, rompendo gli schemi e allontanando la convenzionalità.

 

AREA REALIZZATIVA

Assunzione del rischio

Dare avvio velocemente alle nuove attività anche in condizioni carenti di informazioni, assumendosi rischi calcolati basati sull’esperienza e sull’intuito, conservando comunque la responsabilità sui risultati.

Controllo

Verifica della congruenza tra la direzione presa realmente dal gruppo e quella stabilita in sede progettuale, verificando sistematicamente gli scostamenti rispetto agli standard ed evidenziando le anomalie che possono diventare ostacoli.

Resilienza

Capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi avversi e di riorganizzare positivamente le proprie attività dinanzi alle difficoltà, restando sensibili alle opportunità che il contesto offre.

Organizzazione

Gestire le diverse attività e processi organizzativi programmando e coordinando interventi articolati, in modo tale da ottimizzare l’uso delle risorse materiali e le esigenze di personale.

 

AREA SOCIALE

Negoziazione

Stabilire accordi e soluzioni vantaggiose in condizioni di conflitto di interesse tra due o più parti, utilizzando strategie comunicative appropriate tese a massimizzare i profitti e ad evitare situazioni di stallo.

Sviluppo del talento

Individuare le qualità e le prestazioni di ogni risorsa, servendosi dei mezzi necessari per far crescere i potenziali interni all’organizzazione ai fini del raggiungimento di standard d’eccellenza, agendo secondo logiche meritocratiche e imparziali.

 

Leadership

 

Usare nei rapporti interpersonali uno stile appropriato al fine di guidare e motivare gli altri verso il raggiungimento degli obiettivi, utilizzando la delega e ponendosi come modello d’esempio.

 

AREA EMOTIVA

Intraprendenza

Attitudine a ideare e attuare nuove attività mostrando capacità di affrontare con risolutezza e spirito di competizione situazioni sfidanti e difficili.

Tolleranza allo stress

Mantenimento del controllo sul proprio comportamento in modo equilibrato anche in situazioni di alta tensione emotiva, di elevata conflittualità o di una pluralità di pressioni provenienti dal contesto.

Intelligenza emotiva

Sviluppata capacità di provare emozioni, riconoscerle e viverle in modo consapevole riuscendo così ad essere pienamente assertivo ed espressivo nelle relazioni interpersonali