Il rischio di disastri (naturali, antropici o indotti) è a un livello tale da porre l’Italia al primo posto tra i paesi sviluppati a maggiore probabilità di eventi disastrosi ed ha richiesto l’istituzione del Servizio Nazionale della Protezione Civile (SNPC), “……..sistema che esercita la funzione di protezione civile costituita dall'insieme delle competenze e delle attivita' volte a tutelare la vita, l'integrita' fisica, i beni, gli insediamenti, gli animali e l'ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attivita' dell'uomo….”. L’esperienza ha più volte dimostrato come il perseguimento delle finalità di cui sopra può essere raggiunto solo attraverso un approccio sistemico alla complessità dei fattori coinvolti tale da non poter essere disgiunto da un approccio manageriale e di tipo “amministrativo” alla materia.
Il Disaster Management è la disciplina che si occupa prevalentemente delle problematiche connesse all'attività di pianificazione e gestione delle emergenze di Protezione Civile attraverso una visione amministrativa e non tecnica specialistica.
In un atto amministrativo del '96, infatti, il Dipartimento della Protezione Civile esplicitava la seguente dicitura: "…si precisa che con detta qualifica si è creato nell'ambito della Protezione Civile una figura in grado di svolgere funzioni di supporto alle competenti autorità locali in caso di emergenza, in grado di esaminare e predisporre piani di emergenza, svolgere attività di consulenza e orientamento nei confronti degli enti ed organizzazioni interessate".
Per definire oggi questa professione bisogna innanzitutto prendere in considerazione la recente norma tecnica UNI 11656 del 2016 che introduce nel sistema delle professioni non regolamentate quella del disaster manager e che rappresenta passo significativo, per molti aspetti storico, per il SNPC in quanto consentirà a migliaia di professionisti, sia in regime di libera attività, sia dipendenti della Pubblica Amministrazione, di vedere riconosciute e certificate le proprie competenze nel campo della protezione civile, anche in aggiunta ad altre qualifiche professionali ordinistiche già possedute.
La norma definisce i requisiti relativi all’attività professionale del Disaster Manager, ossia del professionista della protezione civile, e delinea tre livelli del profilo di Disaster Manager in funzione dei contesti organizzativi di diversa complessità e/o di attività nei quali opera.
La norma riporta i requisiti richiesti in relazione ai predetti livelli professionali specificati, a partire dai compiti e dalle attività del professionista, in termini di conoscenza, abilità e competenza in conformità al Quadro Europeo delle Qualifiche (European Qualifications Framework - EQF) e sono espressi in maniera tale da agevolare e contribuire a rendere omogenei, per quanto possibile, i processi di valutazione e convalida dei risultati dell’apprendimento.
Non possiamo poi non menzionale l’atto di indirizzo dell’ANCI a tutti i comuni di Italia del 31 ottobre 2019 dove si invita ad utilizzare il personale con incarichi di coordinamento nella protezione civile tenendo presente la normativa tecnica 11656 /2016 dell’UNI.
L’articolazione e lo sviluppo della professione dipendono in via principale dalla tipologia di organizzazione per quale il Disaster Manager presta la sua opera e dalla complessità di gestione degli eventi catastrofici. Il tipo di attività, il personale impiegato, le risorse economiche e la dimensione territoriale influiscono sulle necessità dell’organizzazione e, quindi, sul ruolo affidato al Disaster Manager.
Pertanto, in relazione ai compiti e alla responsabilità, la norma tecnica individua in ordine crescente i seguenti livelli professionali con le conseguenti caratteristiche:
Disaster Manager di I livello
Contribuire all’attività manageriale e di coordinamento per l’applicazione delle conoscenze in materia di previsione, in coerenza con la normativa applicabile.
Assicurare la gestione di una specifica funzione dell’organizzazione nell’ambito dell’attività di previsione.
Partecipare alla programmazione, con ruolo manageriale e di coordinamento, delle opere strutturali di prevenzione finalizzate alla riduzione e mitigazione dei rischi, sulla base dei progetti e dei pareri dei tecnici professionisti competenti.
Contribuire all’attività manageriale e di coordinamento per la realizzazione di piani di protezione civile
Gestire specifiche attività connesse alla preparazione, gestione e valutazione di esercitazioni di protezione civile.
Coordinare, dal punto di vista manageriale, specifiche funzioni nell’ambito di emergenze di protezione civile.
Curare le attività propedeutiche alle dichiarazioni di stato di emergenza.
Partecipare alle attività necessarie a rimuovere gli ostacoli al ripristino delle condizioni di normalità.
AREA COGNITIVA
Analisi
Leggere e decodificare le informazioni date in forma scritta e/o verbale, ricercando attivamente elementi utili ad approfondire e scomporre i problemi affrontati.
Sintesi
Riorganizzare elementi di un problema, evidenziando le parti importanti e individuando rapporti di causa-effetto, prima di impostare un’azione o fornire una risposta.
Apertura al nuovo
Interesse e curiosità constanti nell’acquisire nuove conoscenze al fine di promuovere la crescita del proprio bagaglio di saperi ed esperienze, anche non strettamente legate alla propria attività lavorativa.
AREA REALIZZATIVA
Iniziativa
Predisposizione ad agire autonomamente, senza stimoli esterni e senza pressioni, anche allo scopo di migliorare o perfezionare i risultati o di evitare/anticipare i problemi.
Accuratezza
Inclinazione a produrre risultati di qualità in termini di dettagli e precisione, curando i particolari e non limitandosi alla sola esecuzione del compito assegnato.
Energia
Passione e dinamismo nelle attività svolte, impegno con costanza nei compiti assegnati trasmettendo entusiasmo all’interlocutore.
Orientamento al risultato
Ottenere risultati apprezzabili focalizzando le proprie energie al superamento di difficoltà crescenti a fronte di standard.
AREA SOCIALE
Comunicazione efficace
Spiegare, descrivere qualcosa ad altri attraverso una presentazione o un discorso, condividendo efficacemente le informazioni e i dati all’interno del gruppo di lavoro.
Supporto
Fornire il proprio aiuto agli altri anche senza una richiesta esplicita, mostrando altruismo e agendo senza secondi fini nelle situazioni sociali.
Collaborazione
Lavorare efficacemente con colleghi e in gruppo, con clienti interni/esterni, integrando i diversi ruoli per il raggiungimento degli obiettivi comuni.
AREA EMOTIVA
Autostima
Valutazione positiva delle proprie capacità prese nel loro insieme e comprensione del proprio valore all’interno di un gruppo e/o di una funzione organizzativa.
Stabilità emotiva
Sapersi riprendere da sconfitte e insuccessi; modalità di gestione delle proprie emozioni e controllo degli impulsi in situazioni difficili.
Consapevolezza di sé
Conoscenza dei propri limiti e dei propri punti di forza, del modo di reagire di fronte alle situazioni e delle proprie necessità.